sabato 31 dicembre 2011

giovedì 29 dicembre 2011

Sognando il Giappone?


HARCADYA 2, la distruzione di Babel di Enzo Troiano (Bottero/Wombat)
I fumettisti italiani hanno quasi sempre sognato gli Stati Uniti e la Francia, ora da un po' di tempo sognano anche il Giappone.
Enzo Troiano è tra questi, ma al capitolo conclusivo della saga di Harcadya (dopo il cartonato L'isola Mystere e l'albo spillato Il sogno) non mantiene nessuna delle volenterose promesse iniziali, incartandosi in una storia troppo grande per chiunque (cristianesimo, satanismo, massoneria...), perdendosi oltretutto in mille e più citazioni visive, principalmente nipponiche. Sì, perchè qui -oltre ai soliti miti degli anime del sol levante- troviamo, a piene mani e più di quanto Troiano abbia mai "citato" in precedenza: Frezzato, Manara, Serpieri, Moebius, J.Gimenez, Castellini, Pratt... con risultati altalenanti, non sempre convincenti e mai giustificati. Resta apprezzabile la consueta generosità espressiva, nonchè la ricchezza della sua tavolozza, qui al suo massimo.
Se Enzo Troiano si trovasse un valido sceneggiatore e la smettesse con le citazioni, potrebbe
-forse (in quanto le capacità non gli mancano di certo)- sedere un giorno al tavolo dei grandi che tanto ammira e copia.
Voto: 7-
BETA (1 di 2) di Vanzella & Genovese (BAO)
E' invece quasi un miracolo: ovvero come realizzare un fumetto "vintage" senza scadere nel tardo nerdismo di chi ha vissuto gli anni dell'invasione televisiva dei robottoni giapponesi.
Bravi entrambi gli autori: trama -di Luca Vanzella- ricchissima e originale (l'idea della guerra fredda con i robottoni al posto dei missili nucleari è geniale!), disegni -di Luca Genovese- precisi, espressivi e dinamici!
Anche qui molte citazioni, ma tutte puntuali e perfettamente a registro.
Voto: 9

venerdì 21 ottobre 2011

FRATELLI di Alessandro Tota

Almeno questo, a differenza di altri recenti graphic novel, ci si impiega un po' più di 10 minuti a leggerlo. E non è cosa da poco, visto che non c'è molto con cui deliziarsi la vista.
YETI, primo libro di Tota, era simpatico: gradevoli colori, personaggio indovinato, storielluccia surreale (metaforica quanto basta per essere spacciata come "d'autore"), in poche parole carino, non un capolavoro, ma che non ti faceva rimpiangere del tutto i soldi spesi.
Questo Fratelli, invece, mostra il trucco del prestigiatore, o meglio: la sua presupponenza di autore inesistente. Il disegno non si può guardare, la storia è una minestra riscaldata da minimo 500 autori prima del Tota.
Ora, se a qualcuno, che non sia l'autore o il suo ombelico o il suo editore o la sua mamma o la sua fidanzata, tale tomo è piaciuto, mi scriva, mi dica il perchè... mi illumini d'immenso!
Fumetti così fanno davvero tornare la voglia di rileggere Il piccolo sceriffo, Akim, o i fotoromanzi porno con Gabriel Pontello.
Ifix- Tchen Tchen!

martedì 18 ottobre 2011

Graphic Novel a confronto: La Coda del Lupo e Acqua Storta

Premetto subito di essere un fan della prima ora di Marino Neri, di avere amato alla follia il suo IL RE DEI FIUMI, e di essermi incantato davanti alle sue tavole in mostra al recente TrevisoComicBookFestival... Ma questo suo nuovo lavoro, non solo mi ha profondamente deluso, ma anche fatto incazzare come solo una vera e propria presa per i fondelli riesce a fare. Il disegno, sempre bello ed evocativo, qui consciamente debitore di Ferenc Pintér, inconsciamente (forse) anche di Micheluzzi, è al servizio di una storiellina, raccontata mille volte -e molto meglio- dalla letteratura e dal cinema. Una storia di crescita (il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, e tutte quelle bagatelle lì...), folklore e superstizione. La costruzione della tavola, di tutte le tavole, annienta ogni possibilità narrativa, diventando mera speculazione estetica, e -cosa gravissima- estetizzante. Ritmo zero. Dramma zero. Calore zero. E il finale, non può che far ghignare per quel suo umorismo involontario, che solo la mancanza di sense of humor del suo autore e degli editor(s?) di Canicola può non aver "registrato". Inoltre, per l'esilità del tutto, non ci si può che porre un grosso interrogativo sul fin troppo abusato termine "graphic novel", mai come in questo caso assurdo e stracciato. Semmai una parentesi, lieve ed inutile, che scivola via come un ricordo offuscato al quale non dare troppo peso.
Acqua Storta è la "riduzione" a fumetti dell'omonimo romanzo (anche piece teatrale) di L.R. Carrino. A fare la differenza, rispetto ad altre operazioni analoghe, è la svelta e sicura sceneggiatura di Valerio Bindi (imparate sceneggiatori, imparate!), e -soprattutto- il bellissimo ed energico bianco e nero di M.P.Cinque.
Truce storia di camorra e omosessualità, ma con Dark Lady annessa, in una Napoli tanto stilizzata quanto vivida e palpitante.
M.P.5, nei flashback e in uno dei momenti topici della narrazione -in cui il protagonista incontra il "male" puro- cambia repentinamente tecnica di inchiostrazione, ma con puntuale perizia e notevole arguzia, offrendo così una freschezza di profondità di vedute emozionante!
Un graphic novel (questo sì, indubbiamente, e non solo perché tratto da un romanzo!) da non perdere e da promuovere a tutti i costi!

lunedì 17 ottobre 2011

L'ANGELO DI VENEZIA 1, Aurea Comix n.18

Altra gustosa reinvenzione dell'avventura classica-con derive urban fantasy- ad opera di due autori italiani, i veterani Andrea Mantelli (testi) e Paolo Ongaro (disegni e colori), che già anni orsono (gli '80!!!) firmavano su Lanciostory il bello e fluviale fantasy western Old America.
Paolo Ongaro -autore di fama internazionale e oggi "stabile" bonelliano, nonchè disegnatore della prossima serie scritta da Roberto Recchioni, Caravaggio- utilizza qui una colorazione computerizzata piuttosto inedita e sorprendente, quasi da cartone animato, che sicuramente non mancherà di suscitare tra gli addetti ai lavori reazioni contrastanti.
Decisamente d'impatto anche il virtuosistico layout delle tavole, tra l'americano "supereroistico" e il francese "classico".
Peccato sia per la grafica di copertina che per il logo del titolo (non imputabili -si spera- al disegnatore titolare dell'opera, bensì al grafico dell'Aurea): raramente di così pacchiana bruttezza e inefficacia!
Nel complesso, un inusuale (anche per la storia, a dir poco brillante e originale!) lavoro di grande respiro e modernità -nel significato più ampio e letterale dei termini- da seguire e difendere al di là dei pregi e difetti, presenti entrambi in egual misura.

domenica 16 ottobre 2011

SHANGHAI DEVIL

Se VOLTO NASCOSTO "odorava" di classici della letteratura d'avventura, da Dumas a Salgari... fino ad Haggard, questo sequel "olezza" (in senso buono) di Pulp: da Zorro a The Shadow, da Doc Savage a
-naturalmente- Fu Manchu, passando dai fumetti di Terry e i pirati e Steve Canyon, ai primi Batman e Lone Ranger... fino all' Indiana Jones cinematografico di Lucas & Spielberg.
Gianfranco Manfredi (ai testi), Massimo Rotundo (ai disegni), Corrado Mastantuono (alle copertine), con questo primo numero di SHANGHAI DEVIL offrono una prova SUPERBA di come si possa ancora realizzare un ottimo fumetto "popolare", lontano dai giovanilistici e immaturi entusiasmi di tante nuove leve in forze a Bonelli, eppure modernissimo nel proporre un personale recupero (chiamiamola pure reinvenzione!) dei cascami classici dell'avventura.
Un must!

mercoledì 14 settembre 2011

POSIZIONE DI TIRO di Manchette & Tardi

A tutti i lettori, professionisti del fumetto e/o aspiranti tali...questa è una delle sempre più rare occasioni per imparare come scrivere e disegnare UN FUMETTO... godendo per la gioia come ricci in calore!
Lasciate pure che siano altri a trastullarsi con la sbobba da fumetteria, questo non è materiale per la nerdnation imbottita di serial tv, cinecomics e marvelmanga, e non è neppure semolino artistoide per alternativi da aperitivo. POSIZIONE DI TIRO, edito splendidamente da Coconino Press, è la superba trasposizione da parte di un ispiratissimo Tardi, di uno dei tre capolavori noir di Jean Patrick Manchette (gli altri sono Nada e Fatale).
Jacques Tardi -e la cosa non discute!- è con Baru, Loustal, Druillet e Bilal uno dei pochi "storici" fumettisti francesi che ancora valga la pena seguire, mentre il mai troppo rimpianto Jean Patrick Manchette è con David Goodis, Cornel Woolrich, Léo Malet e Giorgio Scerbanenco, il 5° numero perfetto del noir.
Tutto il resto sono fanfalucche.

sabato 3 settembre 2011

CAFFE' A COLAZIONE di Laura Scarpa

Laura Scarpa, nell'ambiente è contornata da un alone, un aurea, di intoccabilità... Non ho mai capito perché, pur sospettandone il motivo: stiamo infatti parlando di lady Scuola di Fumetto (chi mai se la vorrebbe fare nemica?). La Scarpa non ha mai realizzato un fumetto degno di essere veramente ricordato, se non per mediocrità d'assenza cronica di stile.
Venturina veneziana, opera d'esordio, rincorreva il primo Mattotti underground, Camion faceva scempio di influenze munòziane & brandoliane, poi una storiella stile Viale del tramonto, a colori, vagamente valvolinica su Orient Express, e ancora Martina, scialbo fumetto adolescenziale con femminili colorini matitini tanto cariiiiiini, ed infine -per me- Come la vita, un po' Menotti e un po' Vanna Vinci, che -malgrado i testi di un Trillo spaesato- sembravo uno scarto dei Kappa (che comunque 'ste cose sanno farle meglio). Scusatemi se non ho letto, o non ricordo altro... dubito in ogni caso di essermi perso dei "capolavori", non dico irrinunciabili ma almeno passabili.
Ora 'sta "cosa" inguardabile, almeno per chi come me non ne può più (e non sa proprio cosa farsene) di acquerellini tanto cariiiiiiini, di frasi fatte, di retorica psicologia spicciola da posta del cuore di Cioè, di occhi fintamente spalancati sul mondo, occhi che non vedono e non sanno trasmettere che il vuoto pneumatico di uno sterile esercizio.
E' il libro di un blog, ennesima MODAIOLA, e fin dalla copertina simulante una moleskine, irritante presa per il culo atta soltanto a scippare all'incauto avventore qualche sudata banconata dal portafoglio.
A quando il libro della lista della spesa di un' altra stellina filante del ceruleo firmamento del fumetto italiano?
Presto, però, prima che i fessi esauriscano, o peggio ancora: si sveglino e si incazzino!

martedì 30 agosto 2011

LUIGI BERNARDI FOREVER

Da oltre un trentennio, Luigi Bernardi è una delle italiche figure portanti del fumetto e della cultura in generale.
Editore, talent scout, curatore di collane di narrativa, saggista, polemista, scrittore, e da qualche tempo anche sceneggiatore di fumetti.
Se del talento massiccio di Catacchio e di quello fresco della Lobaccaro, in quanto artisti conclamati, è giusto non stupirsi: la capacità di trattare il "genere" del Luigi Bernardi sceneggiatore lascia, invece, positivamente a bocca aperta.
Bernardi scrive meglio della miriade di sceneggiatori di fumetti che trattano il genere, o i generi, per mestiere.
Mi riferisco alla quasi totalità degli sceneggiatori Bonelli, Aurea, Star, Astorina...
La cosa buffa, è che questi due bellissimi romanzi "popolari" a fumetti sono editi da due della case editrici più elitarie (ma anche più intelligenti e di qualità) del mercato italiano delle nuvole parlanti: Coconino e Black Velvet.
Il fumetto di genere, che amerei chiamare popolare se il fumetto popolare italiano non fosse da tempo morto e sepolto, caracolla come uno ZOMBI (scritto all'italiana, notare bene) in edicola, ma lancia i primi fortissimi e acuti vagiti in libreria.
Che gli sceneggiatori di "professione" prendano nota.

sabato 27 agosto 2011

NUVOLE RAPIDE di Paolo Castaldi

Chiunque -come il sottoscritto- che si diletti da diversi anni con la lettura (e lo studio) del fumetto, si sarà ogni tanto sentito preda di tormentose domande, nella maggior parte dei casi relative alla pubblicazione di un'opera e alla sua liceità, o meglio, alla sua contingenza: a dire di testi ( e in quanto "letteratura disegnata" anche il fumetto lo è!) assolutamente inutili, che anzichè interesse, suscitano sbracati sbadigli.
Autori unici esordienti, come questo Castaldi, nella migliore tradizione italiana, sarebbe sempre salutare non farli esordire.
Alla saggio e magnanime Borges, che raccontava come suo padre fosse solito dire che bisogna scrivere e non pubblicare, o almeno pubblicare tardi, rispondiamo con l'inquietante domanda fondamentale della metafisica: perchè un testo, anzichè il nulla?







martedì 23 agosto 2011

BARCAZZA di Francesco Cattani

Il passaggio da una buona storia di 20 pagine (pubblicata da Ernestvirgola) ad un graphic novel di 128 pagine targato Canicola, ha fatto -mi si perdoni il gioco- naufragare la barcazza...
Il disegno di Cattani: plastico, arioso, senza chiaroscuri e con un tratteggio minimale, nella lunga distanza ha preso l'olezzo "marino" di presa per il culo.
Così anche la storia, se così la vogliamo chiamare, annega in un mare di pretenziose metafore che speravo dismesse da anni.
Questo ritratto di borghesia annoiata è talmente allegorico da risultare volgare, non tanto nel suo pretestuoso assunto quanto nel suo evolversi a dismisura.
Noia mortale, per gli occhi e per la mente.
Vincerà sicuramente molti premi, sembra infatti "pensato" ad arte per certa "critica" e per certi "alternativi da aperitivo" che impestano da un bel po' l'altrimenti VERAMENTE ALTERNATIVO mondo del fumetto.

sabato 13 agosto 2011

Immenso VILELLA!

Da un po' di tempo l'editoria è tornata ad occuparsi di Sebastiano Vilella, uno dei migliori talenti nostrani emersi negli anni 80.
QPress e Black Velvet, un paio di anni orsono, hanno rispettivamente dato alle stampe due raccolte di sue "vecchie" storie: ITALO GRIMALDI, COMMISSARIO TRA DUE GUERRE (che contiene anche Hotel 7 mari, un vero capolavoro del fumetto italiano!) e TRE TONI DI NERO; mentre NPE e Coconino hanno pubblicato a breve distanza gli inediti SPAS-MEX e INTERNO METAFISICO CON BISCOTTI. A settembre, per le Edizioni Voilier, un'altra doverosa raccolta in volume di storie già editate in rivista (BLUE): NOTTURNI.
Anche in questo caso, che i puristi delle "terminologie" non ne abbiano a male, parlare di fumetto, se per fumetto intendiamo l'80x100 della sbobba che esce, è piuttosto limitante, Sebastiano Vilella è un Piranesi reinventato da Fritz Lang e Billy Wilder, come minimo.



giovedì 11 agosto 2011

Riletture estive: COME UN CANE (2007)

Senza nulla togliere ad altri bellissimi fumetti usciti nel 2007, questo COME UN CANE è tra quelli che mi hanno colpito ed entusiasmato di più. Intanto -cosa non da poco- mi ha fatto scoprire uno sceneggiatore di razza, Alex Crippa; quasi uno Scorsese "tarantinato"e pasoliniano, durissimo e originale; e ho ritrovato un dirompente Alberto Ponticelli (mia fissa dai tempi dello Shok Studio), definitivamente maturo, pronto per essere quello che -incontestabilmente- oggi è: uno dei migliori artisti del fumetto internazionale. Solo i colori di Oscar Celestini, al tempo, mi lasciarono lungamente perplesso... fino a quando mi capitò di rivedere in dvd lo stupefacente film d'esordio (datato 1991) del brasiliano Walter Salles Jr: HIGH ART. Oscar Celestini aveva colto alla perfezione il colore al calor bianco di "quel" Brasile. Bravo anche Celestini!
La trama non la racconto, dirò soltanto che -in soldoni- tratta di criminalità, vendetta, redenzione, e valetudo.


mercoledì 10 agosto 2011

LE 5 FASI

Costa una botto... ma li vale tutti! Con TRAMA di Ratigher, è un faro nella notte per questo nostro disastrato fumetto italico. Anche se chiamare questo tomo "fumetto" è assai riduttivo (occhio, che arriva la provocazione, lo scrivo perchè mi è stato detto che non si capiva, sigh!)... questo è un vero e proprio libro d' ARTE! Era dai tempi di VALVOLINE che non si aveva una nuova avanguardia del fumetto (benchè i 6 autori di Le 5 fasi siano già da tempo noti e da sempre indipendenti, perciò non "racchiudibili" in un vero e proprio gruppo, semmai, come in questa occasione, in un progetto comune: questo). Gloria e onore a PONTICELLI, OFFICINA INFERNALE, SQUAZ, AKAB, AUSONIA, e alla "6° fase" TIZIANO ANGRI... e onore e gloria anche all'editore BD, che -con questa benemerita pubblicazione- si è guadagnato un posto d'onore nel paradiso degli editori benefattori del fumetto e dell'arte.

martedì 9 agosto 2011

BACILIERI vs ROSENZWEIG

Incursioni "napoleoniche " a parte, del Bacilieri maturo mi hanno veramente convinto soltanto Barocco e Durasagra, i restanti Supermaso, Zeno Porno, e questo Phonx mi sembrano intercambiabili: uno vale l'altro. Bacilieri resta un maestro del fumetto moderno, sia chiaro, ma quando frulla senza dosare i suoi amori pop e l'underground "riscoperto" con il classicismo pittorico di natura rinascimentale... rischia l'effetto "indigestione".
Non è Andrea Pazienza, non è Filippo Scozzari... Ma non gli si può negare talento, tecnica, potenza espressiva e sincerità, tutte cose non da poco che gli fanno comunque sempre meritare l'assoluzione piena, anche quando il divertimento sembra solo il suo e non quello dei lettori (parlo per me, ovviamente!).
Altro discorso per Maurizio Rosenzweig...un disegnatore da fumetto "popolaresco", medio, travestito da undergrounder. Poche idee e tutte confuse. Horror vacui e adolescenzialità da riporto.
Non gli manca la tecnica ma tutto il resto.
Gusto estetico -anche nella citazioni- pari allo zero, tranne che per l'omaggio al sublime Blatta di Ponticelli, forse nella speranza di essere ricambiato...
Anche nel suo caso: non è Pazienza, non è Scozzari, non è Ponticelli, non è neanche Bacilieri e nemmanco Ponchione (altro autore "ondivago" tra fumetto popolare e underground d'autore, di cui varrà la pena parlare in un prossimo post), ma solo un "poseur" dotato di mano mediamente professionale.

Vince Bacilieri per K.O

lunedì 8 agosto 2011

CINQUEMILA CHILOMETRI AL SECONDO di Manuel Fior

Indubbiamente Manuel Fior scrive e disegna bene, il problema è COSA scrive e COSA disegna... Questo premiato ed osannato tomo inizia come un qualsiasi FEDERICO MOCCIA (romanzo o film poco importa): timidi, mica poi tanto, amorazzi adolescenziali con anche un po' di "vanzinesco" sapore di sale, sapore di mare, solo che non siamo negli anni 60 perché c'è il telefonino. Continua con i due fidanzati ormai adulti che litigano (sempre al telefonino, praticamente un terzo protagonista) da un capo all'altro del mondo, si entra così in modalità MUCCINO... con in più un fastidiosissimo -anche per gli incalliti antiberlusconiani come il sottoscritto- sfottò da parte di uno straniero sul Silvio nazional popolare (cosa c'è di più facile?!?)... Nella terza parte i due, ormai attempati e con una vita propria si ritrovano in un futuro che sembra quello di Fino alla fine del mondo di WIM WENDERS, anche se piove come in Blade Runner... Finiscono in una trattoria, dove si 'mbriacano per poi farsi una sveltina nel cesso, e qui siamo ufficialmente in modalità Ultimo tango a Zagarolo con FRANCO FRANCHI, solo che non si ride neanche un po'. Ma il colpo mortale viene inferto nell'ultima parte, con lui che accompagna lei in macchina e la rimprovera di avergli sempre preferito il loro ex migliore amico. Lei, ovviamente, si difende contrattaccando con un: " non è vero, non mi hai mai capito e non mi capirai mai". Invece ha proprio ragione lui! La zoccola bugiarda e fedifraga, ma con molto meno stile delle troie nei fumetti di SCOZZARI, torna a casa tra le braccia del loro loro ex migliore amico che la sta aspettando a -immagino io- patta aperta.
Ma questo è CORNA VISSUTE!!!! Altro che sensibilissimo fumetto d'autore!
Manuel... Fior... mavvaffan...!!!!


sabato 6 agosto 2011

MOVING PICTURES di Kathry & Stuart Immonen

Stuart Immonen sarà anche un drago a disegnare svolazzanti nerboruti in pigiama che se le danno di santa ragione...ma non è MAZZUCCHELLI, e a disegnare "cose" come questa (scritta dalla moglie... sigh!) si rivela un po' 'na mezza pippa.
L'albetto in questione, un brossuratino in bianco e nero... poco più di un tascabile stile Alan Ford e Diabolik ... viene venduto da NPE all'esageratissimo -e ingiustificatissimo- costo di 14,90 euro!!! Neanche Bottero e Cagliostro E-Press oserebbero tanto!!!
Solo per americanofili incalliti all'ultimo stadio, della serie: raschiamo il fondo del barile.

mercoledì 3 agosto 2011

Retro letture (2001): LA LEGGENDA DELLE TRE SPADE di Lee Chi Chin

In Cina, più che in qualsiasi altro paese del mondo "civilizzato", le arti marziali e la mitologia appartengono all'immaginario collettivo di un popolo, radicate -come elemento narrativo- quanto una vera e propria eredità genetica.
I manwa, ovvero i fumetti cinesi, non brillano spesso qualitativamente, e possono lasciare molto perplesso il lettore occidentale, anche quello abituato al manga o in generale alle novità "esotiche".
Questo La leggenda delle tre spade di Lee Chi Chin del 1997, ma tradotto nel nostro paese da Ediperiodici nel 2001, è un raro esempio di graphic novel di Hong Kong, essendo i fumettisti di Hong Kong dediti solitamente a serie fiume (diversamente dai loro colleghi cinesi di Pechino e Shanghai).
Lee Chi Chin è una celebrità dalle sue parti e vanta diversi best sellers dai titoli impegnativi, quali: La strategia di Confucio, Il giudice imparziale, Terrore sacro.
La leggenda delle tre spade è il suo primo graphic novel appartenente al genere wuxia, ovvero: spadaccini, magia, arti marziali...chi più ne ha più ne metta (nulla è mai troppo per i lettori asiatici!). E, se di primo acchito può apparirvi solo come una confusa e sincopata sequela di scontri all'ultimo sangue tra spadaccini e demoni di ogni risma, ad una lettura più accurata vi si rivelerà invece intriso di poesia, epico, e salubremente politico.
Lo stile di disegno, barocco all'estremo (con fino a 6 tecniche diverse di inchiostrazione e di colorazione a pagina!), contribuisce allo straniamento indispensabile per apprezzare appieno l'opera.
Compendio per meglio comprendere questo graphic novel "hongkonghese", e in particolare il genere wuxia: l'intera cinematografia di Chang Cheh (maestro di John Woo e Tsui Hark), con debita attenzione alla trilogia dello spadacino monco, di cui Mantieni l' odio per la tua vendetta è il primo capitolo. Oltre a divertirvi un mondo, scoprirete un regista epico e visionario all'altezza dei migliori Kurosawa, Leone, Boorman, Milius...


domenica 31 luglio 2011

COMPAGNI D'APPARTAMENTO di Runberg & Cristopher

Un bambino entra in una fumetteria francese e chiede:
-qual'è il numero più bello di Dragonball Z?- Risposta: -L'ultimo, perché vuol dire che quella merda è finita!-
Questa è solo una delle tante fulminanti battute, spesso sullo sfondo, di questo bellissimo fumetto.
Un po' tranches de vie e un po' commedia, Compagni d'appartamento, si segnala tra le opere più fresche proposte dalla sempre più interessante collana That's Life, della - giustamente pluri premiata- casa editrice Black Velvet.

giovedì 28 luglio 2011

Tesori Disney n.11: Topolino & Atomino di ROMANO SCARPA


La bellissima saga di Atomino del geniale Romano Scarpa, stuprata da un volume indegno! Stampato malissimo e con la "solita" discutibilissima scelta di alternare pagine a colori a pagine in bianco e nero.
L'episodio più bello, rivoluzionario, lungo e articolato della saga: La collana chirikawa, è addirittura inguardabile a causa di fuori registro e scansioni a dir poco dilettantesche! Ingiustificabile trattamento, vista la facile reperibilità di pellicole e originali, e considerato il prezzo non proprio polare con il quale tale tom(acci)o viene venduto.
Un' occasione vergognosamente mancata!

mercoledì 27 luglio 2011

SCALPED


LANCIOSTORY n.10 del 1982 pubblica una lunga (per gli standard del settimanale) storia "libera" di 29 pagine, scritta da Ricardo Barreiro e disegnata da Massimo Rotundo, titolo: IL DEBITO. E' incredibile come in quelle 29 pagine ci fosse già tutto SCALPED, il fumetto cult della Vertigo (in assoluto la serie migliore!) di Jason Aaron e R.M Guerra... Ovviamente non voglio dire e neppure insinuare che lo sceneggiatore di SCALPED abbia letto e copiato la suddetta storiella, ma solo sottolineare l'incredibile affinità tra i due sceneggiatori.
Ricardo Barreiro, di cui -al solito- pochissimi parlano, è stato (perchè purtroppo scomparso prematuramente) uno dei più importanti e preveggenti sceneggiatori argentini, e in generale del mondo, motivo per cui prossimamente gli dedicherò un doveroso post.
Tutto questo solo per dire che Jason Aaron non scriverà più Scalped, che verrà quindi chiuso, per andare a scrivere Hulk.
Un vero peccato... chissà se Barreiro lo avrebbe mai fatto?

martedì 26 luglio 2011

HABANA di Reinhard Kleist

Di libri così ormai se ne fanno parecchi da un po' di tempo, soprattutto in Francia, Spagna e Germania. Ora si sta cominciando anche da noi, perchè ormai il fumetto d'autore non sa più che raccontare e si rivolge al proprio ombelico; perchè cosa c'è di più ombelicocentrico, egocentrico e narcisistico di dare alle stampe un proprio diario; che sia di viaggio o di chissà cos'altro, poco importa. Certo la differenza è chi lo fa e come si fa, oltre del perchè: dell'urgenza per dirla tutta.
Comunque, vedrete: sarà la moda fumettistica italiana del 2012!
Nel caso di questo HABANA, disegnato talmente bene da farti cadere la mascella, rimane solo da dire che dall'autore di CASH era lecito aspettarsi qualcosa di più, o forse no, perchè proprio la forma diaristica non prevede una "storia", ma in questo caso solo un punto di vista da "turista", che l'autore racconta bene solo nell'ultimissima parte, nella quale si dichiara confuso e incapace di comprendere Cuba e il socialismo in quanto non cubano.
Ecco l'errore: l'illusione di capire -attraverso un viaggio- e di far capire ai lettori -attraverso il proprio diario di quel viaggio- un posto altro, che quando si ritorna a casa si rimpiange perchè "esotico" (anche politicamente), ma con il quale non si farebbe mai veramente a cambio.
Uno sguardo "borghese", che la dice lunga sulla salute del fumetto tutto.

TEX AVERY (2): CHEW di Layman & Guillory


Ovviamente sono molti i fumetti "texaveryani" in giro per il mondo, il più bello a mio modesto avviso, anche perchè affrancato da tic citazionistici, è CHEW di John Layman e Robert Guillory, in Italia pubblicato da BAO edizioni.
Non ci sono animali antropomorfi, ma la verve distruttiva e sensuale, sia dei testi che dei disegni, è quella di un Tex Avery al cubo.
Leggere e vedere per credere!












lunedì 25 luglio 2011

TEX AVERY




Molti lo citano...
... ma pochi lo conoscono bene come Franco Porcarelli, che circa un ventennio fa (anno più, anno meno) ha scritto su di lui il bellissimo libro TEX AVERY, pubblicato da Editori Del Grifo, e che vi straconsigliamo di recuperare in qualsiasi modo: anche illegale!
Inoltre, sempre nel medesimo periodo, lo stesso Porcarelli, sotto l'impronunciabile pseudonimo di Adan Zzywwuruth, ha sceneggiato uno dei fumetti Italiani più "texaveryani" di sempre (secondo solo all'opera tutta del GENIALE Massimo Mattioli): Fuori di testa!, magistralmente disegnato e colorato da Mauro Cicarè, autore/disegnatore di cui la critica italiana (ah, ha, ah, la critica italiana, ma cosa mi salta in mente?!) si è -diciamo così: "distrattamente"- occupata pochissimo.

















domenica 24 luglio 2011

Vita da PAZ

Si legge d'un fiato, come un bellissimo -seppur tragico e doloroso- romanzo. Altri tempi che, nel bene e nel male, non ritorneranno più: se pensiamo che oggidì una rockstar del fumetto viene considerata Roberto Recchioni... John Doe come Zanardi? Maddai! E lo dico con il massimo rispetto della professionalità di Roberto Recchioni e del successo dei suoi personaggi, sia chiaro!
Il capitolo più bello è quello più soft, dove Milo Manara (al tempo spesso accostato a Pazienza, e oggi quantomai agli antipodi) parla dell'amico e collega, facendo una vera e propria lezione di storia dell'arte declinata al fumetto.
Un libro per capire un artista, un'epoca, e il fumetto d'autore italiano post 77.

sabato 23 luglio 2011

Pompa i bassi, Bruno!

Baru ci ho abituati troppo bene, viziandoci con perle come L'autoroute du soleil e L'arrabiato, per cui questo pur bellissimo libro "suona" un po' scontato.
Comunque da non perdere, Baru è sempre un asso e non si discute!

venerdì 22 luglio 2011

Guido Crepax: Jekill e altri classici della letteratura

Guido Crepax (1933-2003) è un altro di quegli autori egualmente amato e odiato. Anche di lui si parla spesso malissimo nelle scuole e nei corsi di fumetto (lo dico per diretta esperienza, avendole frequentate e avendoci insegnato), come del resto lì si tende ad omologare tutto, stroncando così la libera espressione, in favore di una visione "mercenaria" del fumetto.
Guido Crepax, invece, è stato un genio, libero e grandissimo!
Questo volume, splendidamente stampato e redatto, sottolinea il suddetto dato di fatto nel modo più giusto: raccogliendo alcuni suoi conclamati capolavori, come: Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Giacomo Casanova: Storia della mia vita, I racconti del mistero di Edgar Allan Poe; e chicche meno conosciute e pochissimo viste, tra cui: Giro di vite di Henry James e La storia immortale di Karen Blixen; ma anche -e soprattutto- uno dei suoi ultimi e assurdamente sottostimati lavori: Il processo di Franz Kafka, quest'ultimo: un imperdibile gioiello di raffinatissima fattura. Se questa non è arte, cosa lo è?

giovedì 21 luglio 2011

Gesù di Nazaret a fumetti

Le edizione Paoline vantano da sempre un'ottima tradizione fumettistica, basti pensare ad alcuni dei loro più fedeli autori, quali: De Luca, Tacconi, Toppi, Battaglia, D'Antonio, Polese, Ongaro, Fenzo, Boscarato, Nizzi, Torti, Zeccara, Pagot, Mattioli, Giovannini, Quinto...
Per cui, davvero, non si spiega un libro a fumetti così lussuosamente ORRENDO! Alessandro Borroni, che disegna Cristo sulla croce con più muscoli di Superman, ha lo stile irritante e ridondante di quei wannabee che negli anni 90 facevano i supereroi italioti nelle fanzine. La costruzione delle tavole e il montaggio sincopato degli avvenimenti ricordano il peggio del peggio della Image degli inizi. I colori computerizzati fanno a gara per vincere (e stravincono) il trofeo di bruttezza assoluta. Taccio sulla rivoltante sceneggiatura, ma non posso soffermarmi sulla grafica (la copertina la vedete anche voi) che sembra fatta dalla centralinista di redazione in pausa caffè e con un programma per grafici principianti.
Perchè tanto odio? Odio per il fumetto quanto per i "fedeli", sia ben inteso!






mercoledì 20 luglio 2011

DRUILLET, in generale, non una recensione...

Nell'anno scolastico 2004/2005, assistetti ad una quantomai grottesca lezione in una delle tante scuole italiane di fumetto.
La lezione si sarebbe potuta tranquillamente intitolare: "Facciamo a pezzi Druillet". L'insegnante in questione, un mestierante prezzolato della peggior risma, sosteneva che Philippe Druillet era quanto di peggio il fumetto mondiale aveva prodotto, e che dietro la spettacolarità delle sue immagini si nascondevano gravi lacune e una totale insipienza in materia di sceneggiatura. Fui d'accordo solo sulla spettacolarità del disegno, e ricordai -tempo un nanosecondo- che Druillet aveva scritto sceneggiature anche per altri disegnatori, tra i quali: Alexis, Bihanic, Picotto, Moebius... Poi pensai alla ricchezza immaginativa delle sue storie come autore unico, e mi venne di paragonarla solo a quella di grandi scrittori come C.L Moore e Michael Moorcock, e nel fumetto -ma solo in parte- ai momenti più alti e riusciti di Le avventure di Luther Arkwright di Brian Talbot.
Pensai alle sue liriche, e mi vennero in mente gruppi rock come gli Hawkwind e i Blue Oyster Cult. Pensai al rigore con cui aveva reinterpretato Gustave Flaubert nella trilogia di Salammbò, e alle sperimentazioni ardite di Urm le fou: dove, contemporaneamente e Gianni De Luca ma molto prima di Frank Miller, strutturava narrativamente la tavola come pura scenografia nella quale far muovere i propri personaggi. Pensai anche a La Notte: che si poteva leggere come una vera e propria opera rock, e a Chaos, ultimo suo libro pubblicato in Italia nell'ormai lontano 2001: praticamente un'epica devota a Richard Wagner quanto a Jack Kirby. E infine ricordai tutte le idee grafiche/visive/narrative che, per la prima trilogia di Star Wars, George Lucas e il suo staff avevano praticamente "plagiato" dal secondo (I viaggi fantastici di Lone Sloane) e dal terzo (Delirius) dei volumi di Lone Sloane, il personaggio più importante e celebre di Druillet. E poi ancora altri "furti": da parte di Keith Giffen su La legione dei super eroi della D.C Comics, e perfino da Gosaku Ota per la sua apocalittica versione di Goldrake...
Il disprezzo che stavo provando verso quell'insegnate/fumettista, si mutò da rabbia (quasi incontenibile) a pena profonda: lui avrebbe continuato a baloccarsi con i suoi "capolavori" mensili targati Marvel, D.C, Bonelli... Io avrei coccolato in me, come un ninnolo prezioso, il piacere di amare e di aver sempre amato e compreso il genio di Druillet.
A lui le sue sicurezze (dogmatiche certezze?), a me gli occhi spalancati sull'infinito e la mente aperta all'imponderabile.

martedì 19 luglio 2011

LARGO WINCH il film

LARGO WINCH è una serie a fumetti, realizzata per Dupuis da Van Hamme e Franq, tanto popolare in Francia da dare origine ad una seguitissima serie televisiva (trasmessa anche in Italia) e ad una nutrita schiera di gadget, videogiochi compresi. Un anno fa è diventato un poderoso film diretto -con gusto- da Jerome Salle, mai uscito nelle nostre sale ma per fortuna tempestivamente distribuito in dvd.
E' un gran bel film d'azione, diversissimo dagli action francesi con i quali Luc Besson ha invaso il mercato internazionale. Infatti, dove i film prodotti dal regista di Nikita difettano: plot e intreccio in favore di infinite sparatorie e inseguimenti; LARGO WINCH trionfa con una storia intricata, stratificata, molto ben strutturata, che solo in un paio di snodi narrativi mostra trascurabili e perdonabilissime smagliature, che non inficiano il ritmo e non anticipano i numerosi colpi di scena. Ma chi è LARGO WINCH? Per non rovinare la sorpresa a chi non ha mai letto il fumetto, ma voglia comunque vederne il film: immaginate di gustare un ricco frullato di Bourne Identity e dei migliori Batman e James Bond... e avrete solo una pallida idea di ciò che vi aspetta.
Buon divertimento!

lunedì 18 luglio 2011

CONAN!!!

Con la moda dei cinecomics e del fantasy, non poteva mancare all'appuntamento "cinefilo" il remake di CONAN IL BARBARO, in agosto nelle sale nostrane. Ovviamente tale evento è già da qualche tempo accompagnato da riproposte "barbariche" targate Panini/Marvel/DarkHorse.
I classici realizzati dalla "trimurti" Roy Thomas, Barry Smith e John Buscema restano immortali, ma neanche quelli by Gil Kane, Alfredo Alcala, Neal Adams, Gene Colan e Raphael Kayanan scherzano! Chiusa parentesi col passato glorioso del personaggio, creato negli anni 20 da Robert Erwin Howard, guardiamo all'oggi e al suo apice: la miniserie raccolta nel tomo IL CANTO DEI MORTI, realizzata dal dinamico duo texano Joe Lansdale e Timothy Truman, due autentiche leggende viventi della letteratura e dei comics. L'impegno e il divertimento dei due autori (da sempre dichiarati fans del barbaro howardiano) è palpabile in questa sexy/ horror vicenda, briosa e violenta come non mai: dialoghi pimpanti e grande attenzione grafica ai dettagli. Puro divertimento: tra il volutamente pacchiano e il raffinato. Ricco di citazioni non banali e splendidamente colorato da un Dave Stewart particolarmente in "palla".
Era dai tempi di CHIODI ROSSI di Roy Thomas e Barry Smith, che non si vedeva una così convincente opera d'arte di letteratura disegnata dedicata al barbarico CONAN.
Da non perdere!

domenica 17 luglio 2011

IL CASTELLO SCOMPARSO IN MARE di Erika De Pieri


Bell'esempio di graphic novel didattica e per ragazzi. Erika De Pieri, cresciuta enormemente dai tempi del suo esordio con La saponificatrice, ci regala un piacevolissimo viaggio nel tempo e nella storia. Narrazione sobria, disegno garbato e colori eleganti. Decisamente originale l'idea di partenza del tomo e altrettanto all'altezza lo sviluppo e la chiusura.
Un graphic novel davvero per tutta la famiglia (ma senza paraculismi disneyani).
Consigliatissimo!

sabato 16 luglio 2011

TRAMA di Ratigher

Se con STRIA di Gigi Simeoni, si è potuto fare il punto della situazione, nel bene e nel male, dello stato dell'arte del fumetto popolare italiano, con TRAMA di Ratigher si può affermare senza tema che un nuovo capitolo del fumetto d'autore si è spalancato. Certo, perché Ratigher, con questo suo primo capolavoro (una volta tanto tale termine non viene usato a sproposito) è riuscito ad affrancarsi da un certo impegno un tanto all'etto e dall'ombelicocentricità di tanto italico fumetto autoriale odierno.
Un horror che non paga dazio ai "vari" Dylan Dog, e men che meno al cinema mainstream del cinema dell'orrore: mai così addomesticato per le platee dei multisala come negli ultimi 10 anni.
Un horror originalissimo, narrato e disegnato con rigore impressionante.
Stile, puro e semplice.
La vetta più alta finora raggiunta dal nuovo fumetto italiano d'autore.

giovedì 14 luglio 2011

STRIA di Gigi Simeoni

Non è un capolavoro, come molti strillano, ma semplicemente un buon fumetto popolare come il fumetto popolare dovrebbe essere e non è più. Infatti non è più il tempo di Ken Parker, La storia del West, La Compagnia della forca, Fan, Mister No, Koko, Lo sconosciuto...
Ci si deve accontentare di quello che passa il convento, e sperare che l'onda lunga di Napoleone, Volto Nascosto e Caravan generi un risveglio in primis dei lettori, che anche nel popolare dovrebbero farsi più difficili nei gusti e pretendere molto di più. Il difetto di STRIA è principalmente la deriva evidente verso il cinema mainstream (nonostante l'ambientazione!) e l'esecuzione tecnica "bonellesca", due elementi che non lo fanno "capolavoro" ma semplicemente un buon Dylan Dog, lungo e senza Dylan.

mercoledì 13 luglio 2011

BIG ROBOT, l'unico primo e vero super robot italiano, contro Goldrake!

Pubblicato da Bianconi nei primi due anni degli '80, scritto e disegnato da Alberico Motta con grande gusto e insospettabile stile, considerando che prima si era cimentato "solo" con personaggi come Geppo, Felix, Soldino, Topolino... Segno solido e pulito, grande design e trame fantasiose ben strutturate, con un occhio non solo alla nippon invasion television di quegli anni, ma anche al contingente successo planetario di film come Guerre Stellari e Incontri ravvicinati del terzo tipo. Ora, pare che Kappa Edizioni sia in procinto di rieditarlo entro la fine dell'anno con tutti i crismi riservati ai grandi classici. Intanto beccatevi le due copertine dei n.1: la prima by Bianconi, la seconda by Kappa.
Come "compendio", non possiamo fare a meno di consigliarvi anche la lettura delle avventure originali di GOLDRAKE, scritte e disegnate dal suo creatore Go Nagai, che tanto hanno contribuito -nel bene e nel male- a farci conoscere l'universo dei robottoni giapponesi, appassionando ancora oggi lettori e spettatori di tutte le età. Ma attenzione: il fumetto di Goldrake, contenuto nel volume unico e non quello serializzato da Gosaku Ota, non è un fumetto per bambini! Infatti ritroviamo tutta la crudeltà e la violenza grafica esplicita del miglior Nagai di Devilman e di Violence Jack; una sequenza su tutte: centinaia di bambini usati come scudi umani, appesi per i capelli a tremila metri di altezza e poi lasciati cadere a pioggia con tanto di sfracellamento splatter: una morbosità nei dettagli atta però a denunciare l'orrore di tutte le guerre. Un cult, nel senso più letterale del termine.