venerdì 21 ottobre 2011

FRATELLI di Alessandro Tota

Almeno questo, a differenza di altri recenti graphic novel, ci si impiega un po' più di 10 minuti a leggerlo. E non è cosa da poco, visto che non c'è molto con cui deliziarsi la vista.
YETI, primo libro di Tota, era simpatico: gradevoli colori, personaggio indovinato, storielluccia surreale (metaforica quanto basta per essere spacciata come "d'autore"), in poche parole carino, non un capolavoro, ma che non ti faceva rimpiangere del tutto i soldi spesi.
Questo Fratelli, invece, mostra il trucco del prestigiatore, o meglio: la sua presupponenza di autore inesistente. Il disegno non si può guardare, la storia è una minestra riscaldata da minimo 500 autori prima del Tota.
Ora, se a qualcuno, che non sia l'autore o il suo ombelico o il suo editore o la sua mamma o la sua fidanzata, tale tomo è piaciuto, mi scriva, mi dica il perchè... mi illumini d'immenso!
Fumetti così fanno davvero tornare la voglia di rileggere Il piccolo sceriffo, Akim, o i fotoromanzi porno con Gabriel Pontello.
Ifix- Tchen Tchen!

martedì 18 ottobre 2011

Graphic Novel a confronto: La Coda del Lupo e Acqua Storta

Premetto subito di essere un fan della prima ora di Marino Neri, di avere amato alla follia il suo IL RE DEI FIUMI, e di essermi incantato davanti alle sue tavole in mostra al recente TrevisoComicBookFestival... Ma questo suo nuovo lavoro, non solo mi ha profondamente deluso, ma anche fatto incazzare come solo una vera e propria presa per i fondelli riesce a fare. Il disegno, sempre bello ed evocativo, qui consciamente debitore di Ferenc Pintér, inconsciamente (forse) anche di Micheluzzi, è al servizio di una storiellina, raccontata mille volte -e molto meglio- dalla letteratura e dal cinema. Una storia di crescita (il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, e tutte quelle bagatelle lì...), folklore e superstizione. La costruzione della tavola, di tutte le tavole, annienta ogni possibilità narrativa, diventando mera speculazione estetica, e -cosa gravissima- estetizzante. Ritmo zero. Dramma zero. Calore zero. E il finale, non può che far ghignare per quel suo umorismo involontario, che solo la mancanza di sense of humor del suo autore e degli editor(s?) di Canicola può non aver "registrato". Inoltre, per l'esilità del tutto, non ci si può che porre un grosso interrogativo sul fin troppo abusato termine "graphic novel", mai come in questo caso assurdo e stracciato. Semmai una parentesi, lieve ed inutile, che scivola via come un ricordo offuscato al quale non dare troppo peso.
Acqua Storta è la "riduzione" a fumetti dell'omonimo romanzo (anche piece teatrale) di L.R. Carrino. A fare la differenza, rispetto ad altre operazioni analoghe, è la svelta e sicura sceneggiatura di Valerio Bindi (imparate sceneggiatori, imparate!), e -soprattutto- il bellissimo ed energico bianco e nero di M.P.Cinque.
Truce storia di camorra e omosessualità, ma con Dark Lady annessa, in una Napoli tanto stilizzata quanto vivida e palpitante.
M.P.5, nei flashback e in uno dei momenti topici della narrazione -in cui il protagonista incontra il "male" puro- cambia repentinamente tecnica di inchiostrazione, ma con puntuale perizia e notevole arguzia, offrendo così una freschezza di profondità di vedute emozionante!
Un graphic novel (questo sì, indubbiamente, e non solo perché tratto da un romanzo!) da non perdere e da promuovere a tutti i costi!

lunedì 17 ottobre 2011

L'ANGELO DI VENEZIA 1, Aurea Comix n.18

Altra gustosa reinvenzione dell'avventura classica-con derive urban fantasy- ad opera di due autori italiani, i veterani Andrea Mantelli (testi) e Paolo Ongaro (disegni e colori), che già anni orsono (gli '80!!!) firmavano su Lanciostory il bello e fluviale fantasy western Old America.
Paolo Ongaro -autore di fama internazionale e oggi "stabile" bonelliano, nonchè disegnatore della prossima serie scritta da Roberto Recchioni, Caravaggio- utilizza qui una colorazione computerizzata piuttosto inedita e sorprendente, quasi da cartone animato, che sicuramente non mancherà di suscitare tra gli addetti ai lavori reazioni contrastanti.
Decisamente d'impatto anche il virtuosistico layout delle tavole, tra l'americano "supereroistico" e il francese "classico".
Peccato sia per la grafica di copertina che per il logo del titolo (non imputabili -si spera- al disegnatore titolare dell'opera, bensì al grafico dell'Aurea): raramente di così pacchiana bruttezza e inefficacia!
Nel complesso, un inusuale (anche per la storia, a dir poco brillante e originale!) lavoro di grande respiro e modernità -nel significato più ampio e letterale dei termini- da seguire e difendere al di là dei pregi e difetti, presenti entrambi in egual misura.

domenica 16 ottobre 2011

SHANGHAI DEVIL

Se VOLTO NASCOSTO "odorava" di classici della letteratura d'avventura, da Dumas a Salgari... fino ad Haggard, questo sequel "olezza" (in senso buono) di Pulp: da Zorro a The Shadow, da Doc Savage a
-naturalmente- Fu Manchu, passando dai fumetti di Terry e i pirati e Steve Canyon, ai primi Batman e Lone Ranger... fino all' Indiana Jones cinematografico di Lucas & Spielberg.
Gianfranco Manfredi (ai testi), Massimo Rotundo (ai disegni), Corrado Mastantuono (alle copertine), con questo primo numero di SHANGHAI DEVIL offrono una prova SUPERBA di come si possa ancora realizzare un ottimo fumetto "popolare", lontano dai giovanilistici e immaturi entusiasmi di tante nuove leve in forze a Bonelli, eppure modernissimo nel proporre un personale recupero (chiamiamola pure reinvenzione!) dei cascami classici dell'avventura.
Un must!