Almeno questo, a differenza di altri recenti graphic novel, ci si impiega un po' più di 10 minuti a leggerlo. E non è cosa da poco, visto che non c'è molto con cui deliziarsi la vista.
YETI, primo libro di Tota, era simpatico: gradevoli colori, personaggio indovinato, storielluccia surreale (metaforica quanto basta per essere spacciata come "d'autore"), in poche parole carino, non un capolavoro, ma che non ti faceva rimpiangere del tutto i soldi spesi.
Questo Fratelli, invece, mostra il trucco del prestigiatore, o meglio: la sua presupponenza di autore inesistente. Il disegno non si può guardare, la storia è una minestra riscaldata da minimo 500 autori prima del Tota.
Ora, se a qualcuno, che non sia l'autore o il suo ombelico o il suo editore o la sua mamma o la sua fidanzata, tale tomo è piaciuto, mi scriva, mi dica il perchè... mi illumini d'immenso!
Fumetti così fanno davvero tornare la voglia di rileggere Il piccolo sceriffo, Akim, o i fotoromanzi porno con Gabriel Pontello.
Ifix- Tchen Tchen!
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