Editore, talent scout, curatore di collane di narrativa, saggista, polemista, scrittore, e da qualche tempo anche sceneggiatore di fumetti.
Se del talento massiccio di Catacchio e di quello fresco della Lobaccaro, in quanto artisti conclamati, è giusto non stupirsi: la capacità di trattare il "genere" del Luigi Bernardi sceneggiatore lascia, invece, positivamente a bocca aperta.
Bernardi scrive meglio della miriade di sceneggiatori di fumetti che trattano il genere, o i generi, per mestiere.
Mi riferisco alla quasi totalità degli sceneggiatori Bonelli, Aurea, Star, Astorina...
La cosa buffa, è che questi due bellissimi romanzi "popolari" a fumetti sono editi da due della case editrici più elitarie (ma anche più intelligenti e di qualità) del mercato italiano delle nuvole parlanti: Coconino e Black Velvet.
Il fumetto di genere, che amerei chiamare popolare se il fumetto popolare italiano non fosse da tempo morto e sepolto, caracolla come uno ZOMBI (scritto all'italiana, notare bene) in edicola, ma lancia i primi fortissimi e acuti vagiti in libreria.
Che gli sceneggiatori di "professione" prendano nota.
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